
Gli
infortuni in itinere, ossia quelli che si verificano durante il tragitto tra l’abitazione e il luogo di lavoro, sono una delle casistiche più frequenti di incidenti sul lavoro. Sebbene il tragitto casa-lavoro non rientri nelle attività lavorative in senso stretto, è tutelato dall’INAIL se rispetta determinati requisiti. Tuttavia, se l’infortunio è riconducibile a una
responsabilità del datore di lavoro, l’INAIL può esercitare un’
azione di rivalsa nei suoi confronti per recuperare le somme erogate al lavoratore.
Fondamento Giuridico della Rivalsa dell’INAIL
La normativa che regola l’azione di regresso dell’INAIL nei confronti del datore di lavoro è disciplinata da:
- Art. 11 del DPR 1124/1965 (Testo Unico Infortuni)
- Art. 1916 del Codice Civile (Diritto di surroga dell’assicuratore)
Secondo queste disposizioni, l’INAIL ha diritto di chiedere il rimborso delle somme versate al lavoratore infortunato
se l’infortunio è stato causato da una colpa del datore di lavoro, ossia da una sua violazione delle norme di sicurezza.
Quando l’INAIL Può Esercitare l’Azione di Regresso
Perché l’INAIL possa esercitare il diritto di rivalsa, devono sussistere le seguenti condizioni:
- L’infortunio è riconosciuto come in itinere e quindi tutelato dall’INAIL.
- È accertata la responsabilità (anche parziale) del datore di lavoro, a causa di condotte negligenti o violazioni delle norme di sicurezza.
- Il danno biologico riconosciuto dall’INAIL è pari o superiore al 6%, soglia minima per la liquidazione del danno in capitale.
Se queste condizioni sono soddisfatte, l’INAIL procederà a recuperare le somme versate al lavoratore per:
- Danno biologico
- Indennità per inabilità temporanea
- Rendite per inabilità permanente
Esempi Concreti di Rivalsa dell’INAIL
1. Veicolo aziendale non sicuro
Un’azienda fornisce un
automezzo aziendale a un dipendente per recarsi al lavoro. Il veicolo, tuttavia, presenta
pneumatici usurati e freni non efficienti. Durante il tragitto, il lavoratore ha un incidente a causa del malfunzionamento del veicolo. L’INAIL, dopo aver riconosciuto l’infortunio in itinere, può rivalersi sull’azienda per
non aver garantito la sicurezza del mezzo aziendale.
2. Percorso obbligato pericoloso
Un’azienda ha
trasferito la propria sede in una zona industriale mal collegata e con scarse infrastrutture per i pedoni e ciclisti. I dipendenti, non avendo alternative, devono percorrere un tratto di strada
senza marciapiede e scarsamente illuminato. Un lavoratore viene investito mentre si reca in ufficio. L’INAIL può esercitare l’azione di regresso nei confronti del datore di lavoro perché
la scelta della sede non ha tenuto conto della sicurezza dei percorsi casa-lavoro.
3. Turni di lavoro incompatibili con il trasporto pubblico
Un’azienda impone
turni di lavoro notturni o a orari in cui non sono disponibili mezzi pubblici. Il dipendente, non avendo alternative, è costretto a
percorrere la strada con il proprio veicolo in condizioni climatiche avverse o con
alta incidentalità stradale. Se si verifica un incidente, l’INAIL può rivalersi sul datore di lavoro per
non aver organizzato i turni in modo da garantire alternative sicure di spostamento.
4. Formazione carente sui rischi stradali
Un’azienda che impiega lavoratori in mobilità (ad esempio,
rappresentanti commerciali o tecnici trasfertisti) non li ha adeguatamente
formati sui rischi della guida prolungata, sulla gestione della stanchezza e sulla sicurezza stradale. Se il lavoratore ha un incidente riconducibile alla fatica o a un errato comportamento di guida, l’INAIL può rivalersi sul datore per
omessa formazione sui rischi lavorativi indiretti.
Quando l’INAIL NON Può Esercitare la Rivalsa
L’INAIL non procede con l’azione di regresso se:
- L’infortunio non è imputabile a una colpa del datore di lavoro.
- L’incidente è dovuto a fattori imprevedibili e inevitabili, indipendenti dalla gestione aziendale.
- Il lavoratore ha tenuto un comportamento gravemente imprudente che esula dalla responsabilità datoriale.
Come Proteggere l’Azienda dalla Rivalsa INAIL
Per ridurre il rischio di rivalse e tutelare il patrimonio aziendale, il datore di lavoro deve adottare misure di
prevenzione e protezione:
1. Policy aziendale sulla sicurezza negli spostamenti
- Fornire mezzi aziendali in perfette condizioni.
- Stabilire orari di lavoro compatibili con la sicurezza degli spostamenti.
- Analizzare i percorsi casa-lavoro per ridurre rischi e pericoli.
2. Formazione e sensibilizzazione
- Organizzare corsi periodici sulla sicurezza stradale.
- Istruire i dipendenti sui rischi della guida notturna e in condizioni climatiche avverse.
- Informare sulle migliori pratiche per ridurre il rischio di incidenti.
3. Stipulare una polizza RCO
Uno strumento fondamentale per la protezione aziendale è la
polizza di Responsabilità Civile verso i Prestatori d’Opera (RCO). Questa assicurazione copre:
- Le azioni di regresso dell’INAIL.
- Le richieste di risarcimento del lavoratore per danni non coperti dall’INAIL.
- Eventuali cause legali avviate dall’infortunato.
La polizza RCO è particolarmente utile nei casi in cui un’azienda ha:
- Dipendenti che utilizzano mezzi aziendali per gli spostamenti.
- Personale soggetto a frequenti trasferte.
- Lavoratori esposti a elevati rischi di incidentalità stradale.
Sebbene
non sia obbligatoria per legge, la polizza RCO è una
forma di tutela essenziale per evitare che l’azienda debba far fronte a richieste di risarcimento potenzialmente molto elevate.
Conclusione
La responsabilità del datore di lavoro negli infortuni in itinere non deve essere sottovalutata. Se l’INAIL accerta una violazione delle norme di sicurezza o una negligenza aziendale, può richiedere il rimborso delle prestazioni erogate al lavoratore infortunato.
Prevenzione, formazione e stipula di una polizza RCO sono le tre strategie chiave per tutelare l’azienda ed evitare pesanti esborsi economici.
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